2Nei giorni 7-9 Luglio 2016 si terrà a Napoli, organizzato dalle Università Federico II, Università Parthenope e Seconda Università, il 32nd EGOS Colloquium sul tema “Organizing in the shadow of power”.
Raccontare il processo, le difficoltà, i primi risultati e gli obiettivi che ancora sono davanti è un motivo di soddisfazione personale e offre anche la possibilità di acquisire una diversa consapevolezza su ciò che è alle nostre spalle in previsione dei giorni del Colloquium.
Il punto di inizio è la presentazione della candidatura del progetto di organizzare in Italia la 32° edizione del Colloquium annuale di EGOS. E’ bene ricordare che il Colloquium torna in Italia dopo moltissimi anni. Nella II metà degli anni 80 si era tenuta una edizione a Firenze. Ma i tempi sono profondamente cambiati, la dimensione del convegno è molto cresciuta e nei fatti si tratta di una prima volta. Questo elemento di novità aggiunge sicuramente un sapore di sfida al lavoro organizzativo che si sta facendo.
La candidatura del progetto napoletano fu presentata in occasione dell’edizione canadese del Colloquium EGOS a Montreal nel 2013. La reazione del Board di Egos e del suo chair di allora Renate Meyer fu da subito di grande entusiasmo. La giornata era freddissima e forse giocò anche la prospettiva di muovere la grande comunità Egos in un paese mediterraneo. Probabilmente, pensare all’Italia nel freddo Canada dispose favorevolmente i componenti del Board: e il progetto partì. Con una immediata accelerazione perché il Board volle anticipare l’edizione italiana al 2016 rinviando l’edizione estone al 2018.
La squadra che si sta impegnando nell’organizzazione di tutti gli aspetti collegati al Colloquium è trasversale ai dipartimenti di economia e management di tre università di Napoli: l’Università Federico II, l’Università Parthenope, la Seconda Università di Napoli. Lo sforzo organizzativo si ripartisce su tutto il gruppo di organizzazione aziendale che da anni lavora e si impegna nelle sedi napoletane ora citate. Paolo Canonico, Ernesto De Nito, Stefano Consiglio, Luigi Moschera, Maria Ferrara, Filomena Buonocore, Massimo Franco, Luigi Maria Sicca, Lorenzo Mercurio, Mario Pezzillo Iacono, Vincenza Esposito, Paola Adinolfi, Marcello Martinez e Riccardo Mercurio sono i nomi di chi sta concretamente seguendo i diversi e numerosissimi processi che si intrecciano e che porteranno poi al Colloquium di luglio 2016.
Se il gruppo napoletano si sta facendo carico degli impegni organizzativi, ben gravosi per dire la verità, nel comitato scientifico e organizzatore della conferenza siedono Chiara Di Guardo, Max Bergami, Domenico Bodega, Mariacristina Bonti, Anna Comacchio, Giovanni Costa, Maurizio Decastri, Tommaso Maria Fabbri, Anna Grandori, Alessandro Hinna, Giovanni Masino, Giuseppe Soda e Luca Solari. Il Convegno racchiude quindi alcune delle principali energie della comunità dei professori e dei ricercatori di organizzazione aziendale in Italia.
L’idea iniziale ed anche il successivo e prolungato sforzo organizzativo sono finalizzati ad amplificare le occasioni di confronto scientifico e di dibattito all’interno della comunità dei professori e dei ricercatori di organizzazione aziendale in Italia, aumentando il grado di contatto e di apertura internazionale.
L’annuale Colloquium di EGOS nasce sicuramente, ed è il nome stesso dell’associazione a dirlo con chiarezza, come contesto di discussione della comunità europea; ma oggi, è fortemente cresciuta la presenza di gruppi di ricerca americani, asiatici, africani. Insomma, il Colloquium di EGOS rappresenta un convegno di respiro e di apertura mondiale.
Il tema prescelto come filo conduttore della Conferenza nasce dalla volontà di indirizzare le riflessioni della comunità scientifica su uno dei filoni di ricerca di maggiore portata e respiro. Infatti, il tema del potere (il titolo del Colloquium è infatti “organizing in the shadow of power”) è centrale per ogni tipo e forma di organizzazione. Gli studiosi di organizzazione si sono a lungo concentrati sulle forme, sulle dimensioni, sulle manifestazioni e sui risultati del potere all’interno di un’organizzazione e tra organizzazioni. Il potere è per sua natura cangiante; cambia il suo grado di visibilità, di istituzionalizzazione, di legittimazione. In alcuni casi, si nasconde, assume i tratti dell’anarchia, per poi improvvisamente riapparire in superficie e cristallizzarsi in nuove forme e nuovi simboli.
La scelta su questo tema è caduta per due motivi. Il primo è la sua rilevanza nel dibattito scientifico dell’organizzazione; il secondo è che Napoli si presta, forse meglio di ogni altra città europea, a ragionare sulla natura multiforme del potere, anche grazie alla potente immagine metaforica del Vesuvio, vulcano attivo che contiene energia nascosta, che fa ombra, che sembra una normale montagna ma che una normale montagna non è. Il profilo del Vesuvio dalla città, e dal lungomare in particolare, ispira il logo della conferenza ed è molto diverso dalle immagini dei vulcani più comuni. Non c’è fumo né fessure eruttive su fianchi perennemente aperte. E’ quieto, tranquillo ma sottoterra il magma si muove e tutti possono immaginare il potenziale distruttivo.
Partendo da queste suggestioni, nel call for papers gli autori sono stati invitati a riflettere sul fatto che il potere può essere scoperto o nascosto o entrambe le cose, anche contemporaneamente. Però, in tutti i casi, il potere crea zone di ombra e di luce, con le quali individui, organizzazioni gruppi si devono necessariamente confrontare.
L’esame di questi processi ha rappresentato negli obiettivi del Board e del comitato promotore locale il nucleo sul quale costruire il dibattito scientifico durante i giorni del Colloquium.
Attorno a questo tema sono state organizzate e attivate ben 71 sub-themes che declinano e interpretano la dimensione del potere rispetto a diversi campi di analisi (la sanità, il settore pubblico, le industrie creative, ad esempio) o rispetto a particolari paradigmi teorici (l’istituzionalismo, ad esempio). Anche in questo caso, il Colloquium italiano ha fatto segnare un primo record. Il numero di proposte tra le quali sono state selezionate le 71 oggi attive ha superato a dicembre 2014 il numero mai visto in precedenza di oltre 100 proposte.
Grazie al lavoro degli oltre 200 convenors che, dal momento del lancio del call for paper nel settembre 2015, hanno promosso la propria sub-theme alla scadenza del 11 gennaio 2016, deadline per la sottomissione degli short paper, il 32nd Egos Colloquium aveva ricevuto la cifra record di 2135 sottomissioni. E ad impressionare non è solo il numero oggettivamente altissimo per una conferenza europea, ma anche la grande qualità dei contributi che ha reso molto difficile il processo di selezione e la ricchezza di prospettive disciplinari e culturali degli autori. Ben 54 diversi paesi sono rappresentati da tutti i continenti.
All’interno delle cellule viventi rappresentate dalle varie sub-themes, i singoli contributi accettati, dopo un inevitabilmente difficile processo di selezione, si concentrano ora sul potere come potente strumento per creare o incrementare i livelli di produttività e di crescita, e ora, invece, sul potere come risultato di un processo di sfruttamento e di creazione di rapporti di ineguaglianza tra individui e gruppi e organizzazioni, anche creando un clima di silenzio e terrore.
Numerosi contributi si concentrano sul fatto che, in contesti e settori diversi, con forme e declinazioni eterogenee, il potere può determinare reazioni di risposta di tipo sovversivo creando l’occasione per scontri tra (o all’interno di) istituzioni, gruppi di potere e insiemi di portatori di interesse. Nei sistemi organizzativi e sociali nei quali più forti sono queste tensioni deve emergere per la sopravvivenza del sistema organizzativo una naturale capacità a trovare soluzioni.
Un terzo filone di contributi si indirizza poi sulle forme di resistenza al potere che sempre nelle organizzazioni e tra le organizzazioni nascono e si sviluppano. La resistenza può assumere talvolta la forma della vera e propria rivolta, talvolta del cinismo, della contrattazione sindacale, del sabotaggio, dell’inventiva (molto italiana e molto napoletana) o dell’apatia e dell’indifferenza.
Molti studiosi negli anni hanno affrontato e dibattuto lo studio epistemologico del potere e del suo esercizio, mettendo in evidenza la complessa interconnessione delle dimensioni del potere, del controllo, della resistenza. Anche questo farà da sfondo all’intenso dibattito che ci aspettiamo nei giorni del Colloquium.
La combinazione del tema del potere con la sede napoletana ha portato a mettere al centro del dibattito il contributo dell’antropologo americano Jason Pine, che ha speso un lungo periodo di ricerca a Napoli studiando il sistema della produzione discografica, per un certo tempo famosa in Italia, di tipo neo-melodica. Jason Pine ha poi tradotto la famosa e antica espressione napoletana “arte di arrangiarsi” nell’altrettanto efficace espressione inglese “art of making do”. Con questa sintetica espressione si indica la capacità di trovare soluzioni emergenti rispetto ai diversi problemi che si manifestano in un contesto fortemente condizionato dalla presenza di numerosi poteri nascosti che spesso sono tra loro intrecciati e attraversano mondi diversi.
Infine, proviamo ora a scoprire qualche primo velo rispetto a ciò che succederà a Luglio. Come si è detto ben 71 sub-themes lavoreranno in parallelo animando la discussione grazie a (ci aspettiamo) 2.000 (e più) delegati provenienti da oltre 50 paesi diversi. La sede del Colloquium è il complesso universitario di Monte S. Angelo che ospita uno dei poli didattici e scientifici dell’Università Federico II di Napoli. Presso il complesso di Monte S. Angelo si svolgeranno tutte le attività relative al Colloquium che hanno inizio il mercoledì 6 luglio e si concludono il sabato 9 luglio. Le 71 sub-themes hanno avuto, in coerenza con lo spirito EGOS, la possibilità di organizzarsi in maniera autonoma. Quindi in alcuni casi si prediligerà la forma tradizionale della presentazione del paper seguita dalla discussione. In altri invece, i convenors hanno optato per forme di organizzazione del dibattito diverse: tavole rotonde, aula poster. Vi è anche chi ha deciso di organizzare i lavori della propria sessione in maniera itinerante, attraverso la visita di luoghi topici della città. Ricordiamo ad esempio che il gruppo di Ariane Bertoin si riunirà al Museo Filangieri. Credo che questo sia un elemento di grande arricchimento per tutti i partecipanti.
Poter seguire lavori con modalità diverse è un segno tangibile della ricchezza scientifica del Colloquium.
Inoltre, il pur poderoso impegno di energie che accompagna i lavori in parallelo delle 71 sub-themes non esaurisce il contenuto scientifico del Colloquium. Infatti, il comitato scientifico ha invitato due key-note speaker di primissimo piano, Hugh Willmott e Silvia Gherardi. Il Colloquium prevede un ulteriore livello di confronto. Infatti tra i key note speeches e i lavori delle sub-themes durante i giorni del convegno si terranno 6 sub-plenaries su temi trasversali e di grande attualità. queste sei super-sessioni sono il risultato del contributo di numerosi e prestigiosi colleghi.
Anna Grandori insieme a David Courpasson, Peter Fleming Michael Reed affronterà il tema delle “Challenges to organizational power research”. Paula Jarzabkowski con Julia Balogun, David Seidl e Richard Whittington animeranno la discussione nella sub-plenary dedicata al ragionamento su “strategy as practice: problems, perspectives and prospects”. Guido Palazzo, raccogliendo numerose adesioni, è l’ispiratore di una sub-plenary sul tema, oggi particolarmente attuale in Italia, del “doing research on organized crime perspectives for organization studies scholars”
Ancora, Andre Spicer Mike Geppert Susanne Ekmann Lars Engwall toccheranno il tema del “manufacturing disengagement ? The impacts of changing organisation of business schools”. Tra i macro-temi del prossimo Colloquium vi è, infatti, anche la discussione sul futuro delle università e degli enti di ricerca che sono con diversi gradi di intensità sottoposti ad una pressione molto forte in tutti i paesi europei. Infine, il gruppo di ricerca di matrice prevalentemente scandinavo/americana organizzerà una sub-plenary sul tema delle “temporary organizations: designed to die, difficult to kill?”. Jonas Soderlund, Jorg Sydow and Candace Jones animeranno la discussione su questo ultimo punto.
Il Colloquium è anche occasione di incontro e di networking. Non mancheranno quindi le receptions organizzate o dai giornali o da altre istituzioni universitarie. La Copenhagen Business School, la Scancor, il JMS, l’AOM (citiamo a memoria alcuni casi più evidenti) organizzeranno delle receptions finalizzate a offrire ai delegati opportunità di incontro e di confronto sostenuto da buon vino e buon cibo. A queste più tradizionali receptions si aggiungerà quest’anno per la prima volta la reception organizzata da ASSIOA, l’Associazione Italiana di Organizzazione Aziendale.
Infine, per concludere, riteniamo opportuno segnalare come il Colloquium sia preceduto da due giorni di pre-events che sono specificamente rivolti alla crescita del percorso professionale di chi è in una fase ancora iniziale della carriera. Infatti, durante i primi due giorni di lunedì 4 e di martedì 5 luglio, i lavori si terranno presso la sede di Villa Doria d’Angri, la bellissima residenza settecentesca dell’Università Parthenope sulla collina di Posillipo. Di fronte al mare di Mergellina e con l’immagine del Vesuvio sulla sinistra i partecipanti ai phd wrkshops e ai post doc and early careers lavoreranno sotto la guida delle Faculties che sono state costituite.
La descrizione che abbiamo provato a fare delle molte anime che si intrecciano e che complessivamente danno vita al Colloquium è sicuramente parziale e forse sommaria ma speriamo che restituisca con chiarezza la estrema ricchezza e articolazione dei contenuti che verranno presentati e dibattuti, anche grazie alla comunità italiana che si raccoglie sotto l’ombrello di ASSIOA.