Narrazioni, metafore e organizzazioni: simbolismo e story telling per il Change Management e l’Organizational Design

Guest editor:
Marcello Martinez, Università della Campania Luigi Vanvitelli
Moira Masper, Assochange
Davide Bizjak, Università di Napoli Federico II
Michela Iannotta Università di Roma La Sapienza

Le narrazioni organizzative esprimono un’identità che è almeno duplice: se da una parte le organizzazioni raccontano storie, dall’altra sono delle narrazioni esse stesse, un intreccio di vite e di azioni che contribuiscono all’esistenza e alla conoscibilità dell’azione organizzativa (Czarniawska, 2000, 2018). Zygmunt Bauman, durante la sua ultima lezione, tenuta a Prato (2018), ci ricorda che il passato diventa immaginario almeno quanto il futuro se non viene narrato. Parliamo quindi di un’istanza urgente, quella di raccontare storie organizzative e di utilizzare metodi narrativi per indagare e rappresentare le organizzazioni, affinché le immagini organizzative non diventino immaginarie, seppur futuribili.

Come riconoscere e raccogliere i racconti? Come delinearne le caratteristiche, cioè un insieme strutturato di eventi, in cui l’autore sceglie un ordine non necessariamente cronologico, costruendo cioè un “intreccio”, la descrizione di un passaggio da un equilibrio ad un altro? 

La struttura della vita umana richiede imprevedibilità ed è per questo, paradossalmente, che il presunto fallimento delle scienze sociali nel formulare regole e nel prevedere un risultato è in realtà il loro più grande successo. (Czarniawska, 2018: 33).

Le storie possono essere raccontate nelle organizzazioni come veicolo di significati culturali, in grado di trasmettere valori e convinzioni non soltanto attraverso la messa a conoscenza, ma persino interiorizzando quei valori e quei messaggi. Le persone raccontano le storie delle organizzazioni attraverso le proprie storie biografiche e allo stesso modo le organizzazioni sono delle narrazioni, da “conoscere in azione”, come suggerito dall’etimologia dalla parola narrazione che deriva dal latino (g)narus, esperto. La radice è la stessa di ignaro (che manca di conoscenza di un fenomeno). L’approccio narrativo diventa quindi un dispositivo di analisi, uno sguardo attraverso il quale conoscere l’organizzare, favorendo un cambio status: dall’essere ignari all’essere edotti.

Infatti, da una parte i metodi narrativi possono essere adottati per lo studio delle organizzazioni. Dall’altra le organizzazioni raccontano storie, attraverso lo sguardo di chi le abita. Raccogliere queste storie è possibile attraverso lo studio empirico/esperienziale di chi fa ricerca, oppure invitando le persone ad un’azione creativa, immaginando e scrivendo storie che vengono dal campo per svelare pratiche organizzative (Gherardi et al., 2018).

A partire dai contributi classici sulla svolta narrativa nelle scienze sociali (Czarniawska, 2018), fino ai contributi sullo Storytelling nelle organizzazioni (Boje, 1991; 2001, Gabriel 2000; 2004) e la ricorso alle metafore come forma di rappresentazione e interpretazione, gli articoli proposti possono far riferimento al seguente (non esaustivo) elenco di argomenti: 

  • l’adozione di un approccio narrativo allo studio delle organizzazioni;
  • il valore delle storie nelle ricerche practice-based;
  • la legittimazione delle metanarrazioni nelle organizzazioni post-moderne (es. Lyotard);
  • tropi e topoi delle narrazioni classiche attraverso cui osservare e studiare le organizzazioni;
  •  narrazioni mistiche e/o religiose come narrazioni organizzative;
  • l’uso delle metafore per il Change Management e l’Organizational Design
  • il contributo delle pratiche artistiche nella lettura e scrittura di storie organizzative;
  • il rapporto tra narrazione e scienze sociali, indagando la questione epistemologica che sottende la necessità di raccontare la società, pur facendone parte.

La call è aperta a contributi di tipo teorico ed empirico, oltre che a riflessioni di ordine metodologico che contribuiscano a delineare ulteriormente le interazioni e sovrapposizioni tra narrazioni e organizzazioni. Case study, visual methods, content analysis, (critical) discourse Analysis, analisi strutturale, critica post-moderna e post-coloniale sono soltanto alcuni degli spunti possibili da cui attingere per contribuire allo special issue.

Deadline full paper: 30/10/2024

Riferimenti bibliografici

  • Alvesson, M., Berg O., (1993), L’organizzazione e i suoi simboli. Il contributo della prospettiva simbolica nell’analisi delle culture organizzative. Milano: Raffaello Cortina Editore
  • Baumann, Z. (2018), L’ultima lezione, Bari: Laterza.
  • Boje, D. (1991), “The story-telling organization: a study of story performance in an office-supply firm”, Administrative Science Quaterly, 36: 106-126.
  • Boje, D. (2001), “Narrative methods or organizational and communication research”. London: Sage.
  • Czarniawska, B. (2000), Narrare l’organizzazione. La costruzione dell’identità istituzionale, Edizioni di Comunità: Torino.
  • Czarniawska, B. (2018), La narrazione nelle scienze sociali, Napoli: Editoriale Scientifica
  • Gabriel, Y. (2000), Storytelling in organizations, Oxford: Oxford University Press.
  • Gabriel, Y. (ed.) (2004), Myths, stories and organizations. Premodern narratives for our times. Oxord: Oxford University Press.
  • Gherardi, S., Cozza, M. and Poggio, B. (2018), “Organizational members as storywriters: on organizing practices of reflexivity”, The Learning Organization, Vol. 25 No. 1, pp. 51-62. https://doi.org/10.1108/TLO-08-2017-0080.
  • Hatch M.J. (2018). Organization Theory Modern, Symbolic, and Postmodern Perspectives, Fourth Edition, Oxford, UK: Oxford University Press.
  • Morgan G. (1986). Images of Organization. Thousand Oaks, CA: Sage

Autori

+ articoli

ProspettiveinOrganizzazione è promossa dall’Associazione Italiana di Organizzazione Aziendale (ASSIOA), che si propone di contribuire allo sviluppo e alla diffusione delle conoscenze di Organizzazione aziendale in ogni ambito scientifico ed applicativo. E’ una rivista digitale il cui obiettivo è partecipare al dibattito politico, sociale ed economico su temi rilevanti per il nostro Paese fornendo un punto di vista di analisi organizzativa. L’auditorio è quindi costituito non solo da accademici e ricercatori, ma anche da manager, imprenditori, giornalisti, politici di varie branche, oltre che da gente comune. La rivista ha periodicità trimestrale con quattro uscite all’anno, a cui si aggiunge un numero monografico, che ospita una selezione dei paper più interessanti presentati al Workshop Annuale di Organizzazione Aziendale.

Ultimi articoli